Il rogo dei Templari
Venerdì 13 ottobre 1307 le truppe di Filippo IV il Bello ricevettero l’ordine di arrestare simultaneamente tutti i Templari di Francia con l’accusa di eresia: si sosteneva infatti che, durante le cerimonie di iniziazione all’Ordine, le reclute venissero obbligate a compiere numerosi atti di blasfemia fra i quali sputare sulla Croce, rinnegare il Cristo, praticare la sodomia ed adorare un idolo barbuto di nome Bafometto. Sotto tortura, inizialmente, numerosi Cavalieri, fra cui il Gran Maestro Jacques de Molay, confessarono; nessuna successiva smentita poté salvare l’Ordine dal rogo e dalla soppressione.
Teoria accreditata da molti (fra i quali Dante Alighieri) rimanda la persecuzione dei Templari da parte di Filippo il Bello ad una serie di debiti che il sovrano aveva contratto con il ricchissimo Ordine.
Secondo alcune credenze, inoltre, fu proprio la vicenda dell’arresto dei Templari a dare origine alle superstizioni circa la data di Venerdì 13.
Miniatura tratta dal “De casibus virorum illustrium” di Giovanni Boccaccio, Fr. 234 c. 195r, XV secolo, Bibliothèque nationale de France, Parigi.
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