La Sibilla Eritrea
Il nostro viaggio fra le pagine del De Mulieribus Claris continua oggi con Erofila (o Erifila). Erofila era una delle sacerdotesse dell'Oracolo di Apollo ad Eritre, in Ionia; per questo motivo, nonostante fosse originaria di Babilonia, è conosciuta anche con il nome di Sibilla Eritrea.
La parola "sibilla" deriva dal greco antico "Sios", "Dio", e "byle", "mente": una sibilla, quindi, rappresenta la "mente divina" o la "colei che porta Dio nella sua mente". Questa ispirazione divina significava essere in grado di predire il futuro: le sibille erano infatti solite dare vaghe risposte alle domande che ricevevano, ma, al contrario di molti oracoli, lo facevano sempre in forma scritta; per questo motivo, dipendendo meno dalla memoria, le loro profezie erano quindi considerate più accurate. Si dice che Erofila, ad esempio, fosse solita scrivere le proprie profezie su numerose foglie: sistemate nell'ordine giusto, le lettere iniziali di ogni foglia avrebbero restituito un'ulteriore parola o frase, dando così origine al moderno acrostico.
Fra i vari presagi a lei attribuiti, Erofila viene spesso indicata come colei che predisse sia la venuta di Alessandro Magno che la vittoria dei Greci su Troia, così come il racconto di Omero della stessa guerra. Nella tradizione cristiana, invece, alla sibilla è attribuita una profezia sulla nascita del Redentore, attraverso l'acrostico "ΙΗΣΟΥΣ ΧΡΕΙΣΤΟΣ ΘΕΟΥ ΥΙΟΣ ΣΩΤΗΡ ΣΤΑΥΡΟΣ" ("Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore, Croce").
“Sibilla Eritrea”, miniatura tratta dal manoscritto “Des cleres et nobles femmes”, ms. Spencer Collection 033, f. 18v, 1450 circa, The New York Public Library.
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