Circe
Il nostro Women's Wednesday si tinge di magia! La protagonista di oggi è infatti Circe, famosissima maga e una delle principali figure femminili dell'Odissea di Omero.
Figlia di Elio, dio del Sole, e della ninfa Perseide, Circe regnava sull'isola di Ea dal suo ricco palazzo circondato da lupi e leoni addomesticati. Secondo il mito, Ulisse raggiunse l'isola durante il viaggio di ritorno verso Itaca: quando l'incantatrice offrì un lauto banchetto ai suoi uomini, i compagni di Ulisse accettarono e, di conseguenza, furono immediatamente trasformati in porci. Ulisse, al contrario, venne avvertito da Ermes e riuscì a contrastare le pozioni di Circe grazie ad una pianta rara; grazie all'aiuto del dio, il re di Itaca riuscì a non essere trasformato in maiale, stupendo Circe a tal punto che la maga si offrì di giacere con lui. Ulisse fu così in grado di liberare i propri uomini, rimanendo poi sull'isola con loro per un intero anno prima di riprendere il viaggio.
Nonostante nella versione di Omero non venisse ritratta come una tentatrice in senso stretto, il personaggio di Circe venne spesso in seguito interpretato come tale a partire dalle Metamorfosi di Ovidio. Lo stesso Boccaccio afferma come l'incantesimo di Circe possa essere considerato una metafora dei pericoli della lussuria, con gli uomini che soccombono ad essa e si trasformano così in bestie: questa interpretazione si confermò molto popolare nel Rinascimento e nel corso dei secoli successivi. Circe appare ad esempio anche all'interno dell'Ulisse di James Joyce, comparendo sia nel nome del bordello locale, sia come diretta ispirazione per il personaggio di Bella Cohen, la prostituta il cui ruolo nelle fantasie del protagonista del libro è proprio quello di trattarlo come un animale. Al contrario, la letteratura femminile si è spesso dimostrata più comprensiva verso Circe: nell'interpretazione di Augusta Webster (datata 1870), ad esempio, Circe nega di aver trasformato gli uomini in animali, affermando che il suo incantesimo si limita a spogliarli del travestimento che li fa apparire umani, rivelando così la loro vera natura viziosa.
“Circe”, miniatura tratta dal manoscritto “Livre des femmes nobles et renommées”, ms. Français 598, c. 54v, 1403, Bibliothèque nationale de France, Département des Manuscrits, Parigi.
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