Leena
L’estate è ormai giunta al termine… ma non temete! Il nostro appuntamento settimanale con il De Mulieribus Claris di Boccaccio continua. La Mulier Clara di oggi è Leena di Atene, una cortigiana invischiata in un assassinio politico.
Una versione del mito afferma che Leena (in Greco Λέαινα, cioè “leonessa”) fu l’amante di Aristogitone o di Armodio, successivamente noti anche come i Tirannicidi. Questa relazione fu fatale per la cortigiana: i due infatti, in nome della democrazia, complottarono l’assassinio dei tiranni ateniesi Ipparco e Ippia, coinvolgendo così anche Leena in modo indiretto. I Tirannicidi riuscirono parzialmente nell’impresa, assassinando Ipparco, ma fallirono nell'uccidere Ippia. Quest’ultimo si vendicò imprigionando Leena e torturandola affinché rivelasse i nomi dei colpevoli. Pur di non svelare alcun dettaglio, Leena si morse la lingua fino ad amputarsela, riuscendo così a mantenere segreta l’identità dei Tirannicidi. Secondo la tradizione greca, gli Ateniesi onorarono l’atto di lealtà di Leena ergendo la statua di una leonessa senza lingua all'interno dell’Acropoli di Atene.
Anche Boccaccio elogia Leena per il suo coraggio e la sua lealtà, affermando che gli autori classici, nel raccontare questa storia, avrebbero dovuto superare la loro avversione per la professione di Leena, concentrandosi invece sulle sue onorevoli gesta.
“Leena”, miniatura tratta dal manoscritto “De Mulieribus Claris”, decorato da Robinet Testard, ms. Français 599, c. 44v, 1488-1496, Bibliothèque nationale de France, Département des Manuscrits, Parigi.
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