Firenze, ecco le mostre del 2014
Da Michelangelo a Baccio Bandinelli, dai tesori mai visti delle biblioteche fiorentine fino ad arrivare al Novecento: sono alcune delle mostre in programma in programma a Firenze nel 2014. Il Polo Museale Fiorentino ha infatti presentato il calendario dell'ottava edizione di “Firenze 2014 - Un anno ad arte”, che vede il coinvolgimento di Galleria degli Uffizi, Galleria dell'Accademia, Museo Nazionale del Bargello e Palazzo Pitti. In linea generale, si tratta di mostre che sviluppano ed ampliano temi e vocazioni delle raccolte, valorizzando il patrimonio permanente con opportune integrazioni e accostamenti, all’insegna di una varietà che ad ogni edizione spazia lungo le coordinate della storia e della geografia. Ma vediamo nel dettaglio quali saranno le mostre di Firenze del 2014.
UNA VOLTA NELLA VITA. TESORI DAGLI ARCHIVI E DALLE BIBLIOTECHE DI FIRENZE
Palazzo Pitti 28 gennaio - 27 aprile 2014
Tre documenti archivistici di Michelangelo, un disegno di Raffaello, il certificato di battesimo di Leonardo da Vinci e una lezione scritta di Galileo sull’Inferno di Dante: sono solo alcuni dei preziosissimi documenti esposti da questa mostra, che espone ben 133 pezzi tra manoscritti, libri e disegni provenienti da 33 enti cittadini, con l'obiettivo di offrire a tutti l’opportunità “unica” di ammirare tesori cartacei custoditi in alcuni dei principali “scrigni” culturali della città. E tra questi non mancherà una selezione di inediti, sequenza di “mai visti” di carta che arrivano da vari archivi e biblioteche. Il primo riguarda Michelangelo Buonarroti ed è una paginetta recante alcuni Schizzi di blocchi di marmo con sagoma per una crocifissione, in pratica le istruzioni per “cavare” dalla montagna alcuni blocchi lapidei tra cui uno a forma di croce pronto per essere scolpito. Mostrato a Vienna nel 1997, il documento custodito nell’Archivio della Fondazione Casa Buonarroti in Italia non è mai stato esposto in pubblico. L'esposizione comprende anche opere di Andrea Mantegna e autografi di Girolamo Savonarola, Poliziano, Cosimo I de’ Medici e Ugo Foscolo. Tra i documenti più "contemporanei" saranno presenti testi di Vasco Pratolini, Eduardo De Filippo, Dino Campana ed Eugenio Montale, presente anche con due inediti acquerelli.
LE STANZE DELLE MUSE. DIPINTI BAROCCHI DALLA COLLEZIONE DI FRANCESCO MOLINARI PRADELLI
Galleria degli Uffizi 11 febbraio - 11 maggio 2014
Nota a livello internazionale, la raccolta Molinari Pradelli è la più significativa formatasi a Bologna nel Novecento e si segnala, oltre che per la consistenza delle opere e la selezionata qualità, per la specifica connotazione conferitale dal gusto raffinato del celebre direttore d’orchestra Francesco Molinari Pradelli (1911-1996) attraverso i numerosi viaggi e le relazioni internazionali sull’onda del successo della professione. Come la mostra documenta attraverso la selezione di cento dipinti, il maestro privilegiò rigorosamente la pittura del Seicento e del Settecento documentando le diverse scuole italiane, senza eccezione, con specifica attenzione ai bozzetti e ai modelletti. E se prevalenti sono i dipinti di figura della scuola emiliana - con opere di Pietro Faccini, Mastelletta, Guido Cagnacci, Marcantonio Franceschini e soprattutto i fratelli Gandolfi - e di quella napoletana - con dipinti di Luca Giordano, Micco Spadaro, Francesco De Mura, Lorenzo De Caro etc. -, non mancano capolavori di artisti veneti - Palma il Giovane, Alessandro Turchi, Sebastiano Ricci, Giovanni Battista Pittoni -, di artisti liguri e lombardi - Bernardo Strozzi, Bartolomeo Biscaino, Giulio Cesare Procaccini, Carlo Francesco Nuvolone, fra Galgario, Giuseppe Bazzani - e di artisti romani quali Gaspard Dughet, Pier Francesco Mola, Lazzaro Baldi, Paolo Monaldi.
RI-CONOSCERE MICHELANGELO. LA SCULTURA DEL BUONARROTI NELLA FOTOGRAFIA E NELLA PITTURA DALL'OTTOCENTO AD OGGI
Galleria dell'Accademia 18 febbraio - 18 maggio 2014
In occasione delle celebrazioni per i 450 anni dalla morte di Michelangelo Buonarroti, coordinate dall’Accademia delle Arti del Disegno, la Galleria dell’Accademia di Firenze, in collaborazione con la Fratelli Alinari I.D.E.A. S.p.A., presenta un’esposizione che affronta il complesso tema del rinnovato interesse e dell’ammirazione per l’artista dall’Ottocento alla contemporaneità, attraverso l’opera di scultori, pittori e fotografi che hanno guardato alla figura del Buonarroti e alle sue opere come riferimento iconografico per le loro realizzazioni.Via via che il mito si consolida nella percezione collettiva, la presenza di Michelangelo si riconosce anche nell’opera di artisti del Novecento come Medardo Rosso, Henri Matisse, Carlo Mollino, e nella ricerca fotografica di personalità quali Emmanuel Sougez, Herbert List, Horst P. Horst, fino ad avvicinarsi agli anni Settanta, con le ricerche di Tano Festa, Paolo Monti, Antonia Mulas, e raggiungere le espressioni della contemporaneità con Helmut Newton e Gabriele Basilico. Il percorso della mostra si conclude con i riferimenti al tema della copia e del multiplo nell’epoca della riproducibilità e della massificazione affrontati nell’opera di Karen Knorr, Lisa Sarfati, Tim Parchikov, mentre riconosciamo Michelangelo quale modello formale di riferimento della staged photography di Frank Horvat, Youssef Nabil, Kim Ki Duk, fino a diventare ‘assenza’ nelle immagini di Thomas Struth e Candida Höfer.
BACCIO BANDINELLI. SCULTORE E MAESTRO (1493-1560)
Museo Nazionale del Bargello 9 aprile - 13 luglio 2014
Baccio Bandinelli, “artista di fama eterna”: è questo il giudizio conclusivo della Vita dedicatagli da Vasari, che la mostra intende quasi provocatoriamente confermare per restituire infine al Bandinelli la sua posizione di merito nel panorama della scultura italiana della Maniera e per ristabilire la verità su un artista condannato all’ostracismo dalla critica negli ultimi due secoli, fino ad oggi. La mostra presenterà tutte le sue opere di scultura e di pittura il cui trasferimento sia possibile, i disegni e le stampe di sua invenzione, bronzetti, medaglie e un raro modello in cera proveniente da Montpellier. Accanto ai capolavori come il Bacco di Palazzo Pitti, le opere presenti al Bargello, o i rilievi marmorei del coro del Duomo, saranno esposti i busti-ritratto di Cosimo I e il magnifico Mercurio giovanile del Louvre; in pittura, la Leda e il cigno (da Parigi), unico dipinto del Bandinelli sicuramente autografo e mai presentato in una mostra, e il celebre Ritratto di Baccio Bandinelli dell’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston. Saranno esposti inoltre i rilievi (in marmo, stucco e bronzo, provenienti da vari musei esteri) che gli sono riferiti con certezza, o che direttamente derivano da suoi originali, a confronto con studi grafici preparatori.
SACRI SPLENDORI. IL TESORO DELLA 'CAPPELLA DELLE RELIQUIE' IN PALAZZO PITTI
Museo degli Argenti 20 maggio - 28 settembre 2014
Nel 1616 veniva consacrata con cerimonia solenne la ‘Cappella delle Reliquie’ in Palazzo Pitti, luogo simbolo della devozione delle granduchesse di Toscana e degli ultimi granduchi della famiglia Medici. Costruita da Cosimo I negli anni Sessanta del Cinquecento, la cappella, a pianta ottagonale, dal 1610 fu oggetto di importanti lavori di abbellimento voluti dall’arciduchessa d’Austria e granduchessa di Toscana Maria Maddalena d’Asburgo, moglie di Cosimo II de’ Medici, per custodirvi i reliquiari preziosi che costituivano una parte importante delle sue collezioni. Attraverso un minuzioso lavoro di archivio la mostra intende restituire un’immagine di queste preziosissime collezioni, testimonianza della profonda devozione della famiglia granducale e al contempo simbolo di prestigio e di magnificenza, fonte di denaro e coagulo di identità collettiva.
JACOPO LIGOZZI. IL TESORO DELLA 'CAPPELLA DELLE RELIQUIE' IN PALAZZO PITTI
Museo degli Argenti 20 maggio - 28 settembre 2014
Nato a Verona nel 1547 e discendente da una famiglia di ricamatori milanesi, figlio del pittore Giovanni Ermanno, Ligozzi svolse una iniziale attività in terra veronese, spostandosi però ben presto a Firenze dove nel 1577 è documentata la sua presenza presso la corte granducale di Francesco I e dove rimase stabilmente fino alla morte, nel 1627, impiantando una solida bottega. Per questa ragione si è ritenuto opportuno articolare l’esposizione in sezioni tematiche, a partire dai primi tempi presso la corte medicea, dalla quale Jacopo si fece apprezzare fin dal suo arrivo come disegnatore di naturalia, attraverso la raffinata produzione di disegni acquerellati o lumeggiati in oro (illustrati in mostra da una scelta di fogli provenienti dal nucleo del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi) e successivamente come ritrattista (in particolare il bel ritratto femminile oggi agli Uffizi, e lo splendido Ritratto di Maria Gonzaga del Museo Nacional di Lisbona), ma anche sapiente regista di insiemi decorativi (come nel caso delle pitture, oggi perdute, che ornavano lo zoccolo e le finestre della Tribuna degli Uffizi, ordinategli da Francesco I nel 1584, e di quelli, perduti anch’essi, della grotta di Teti nella villa di Pratolino).
PURO SEMPLICE E NATURALE NELL'ARTE A FIRENZE TRA CINQUE E SEICENTO
Galleria degli Uffizi 17 giugno - 2 novembre 2014
Giorgio Vasari nelle pagine delle Vite (1568) assegnava un ruolo fondativo nella ‘rinascita’ dell’arte moderna ai fiorentini Andrea del Sarto e fra’ Bartolomeo, affiancandoli ai triumviri Leonardo, Raffaello e Michelangelo. Eccellente e di elevato ingegno, la loro produzione, incardinata sull’esercizio costante del disegno, si segnalava per onestà d’invenzione e perfetta imitazione della natura, dalla carne alla vivezza degli affetti. Oltre un secolo dopo Filippo Baldinucci nelle Notizie de’ professori del disegno (1681-1728), confermando il dettato vasariano, vedeva nella fedeltà ai valori espressi da quei capofila di primo Cinquecento la strategia necessaria per superare l’impasse manierista, e al tempo stesso per istituire un linguaggio moderno, aderente alle nuove esigenze spirituali proprie del Concilio di Trento.Pur dichiarando apertamente la grandezza di questi artisti, Vasari e Baldinucci non nascondevano la loro predilezione, l’uno per una grandeur romana, l’altro per una libera sensibilità barocca, condizionando forse con ciò la fortuna storiografica di questa linea e la sua popolarità. Così solo a partire dagli anni Venti del Novecento con Hermann Voss, e dagli anni Cinquanta e Sessanta con le originali intuizioni e le lucide analisi di Mina Gregori e Fiorella Sricchia, si è cominciato a ritessere quel sottile filo che legava i maestri del primo Cinquecento a quelli del Seicento maturo, precisandone il carattere di novità nella tradizione. La mostra punta ad illustrare questa identità dell’arte fiorentina, attraverso un ricco e serrato contrappunto tra pittura e scultura, articolato in nove sezioni che raggruppano circa ottanta opere e trentacinque artisti.
"LA FORTUNA DEI PRIMITIVI". TESORI D'ARTE DALLE COLLEZIONI ITALIANE FRA SETTE E OTTOCENTO
Galleria dell'Accademia 24 giugno - 8 dicembre 2014
La mostra - la prima dedicata all’argomento nel suo complesso - si propone di offrire un punto critico-bibliografico su questo importantissimo fenomeno culturale riguardante la storia del gusto e del collezionismo in Italia, tra la fine del Sette e l‘inizio dell’0ttocento, che esercitò tra l’altro una rilevante influenza diretta sulla formazione delle grandi raccolte d’arte pubbliche nei maggiori paesi europei. Il vasto pubblico della Galleria dell’Accademia potrà apprezzare una selezione di opere d’arte di alto, e in molti casi, altissimo livello, fondata su un serio progetto scientifico, che offrirà una conferma ulteriore dei vertici qualitativi raggiunti dall’arte italiana dal Duecento al Quattrocento. Tra gli artisti in mostra figurano, tra gli altri, il Maestro della Maddalena, Arnolfo di Cambio, Bernardo Daddi, Taddeo Gaddi, Nardo di Cione, Lippo Memmi, Ambrogio Lorenzetti, Pietro da Rimini, il Beato Angelico, Filippo Lippi, Andrea Mantegna, Cosmè Tura, Piermatteo d’Amelia e Giovanni Bellini. ll catalogo della mostra verrà a costituire verosimilmente il testo di riferimento dedicato a questo specifico tema nel suo insieme, sin qui non disponibile.
"LUCI SUL '900" PROVA DI ALLESTIMENTO PER IL FUTURO DELLA GALLERIA D'ARTE MODERNA DI PALAZZO PITTI
Galleria d'Arte moderna di Palazzo Pitti 30 settembre 2014 - 11 gennaio 2015
Nel marzo del 1914, presso alcune sale della Galleria dell’Accademia, il ministro Arduino Colasanti inaugurava una prima modesta sezione dedicata all’arte moderna che venti anni più tardi nel giugno 1924 avrebbe approdato a Palazzo Pitti nell’attuale sede museale. Per celebrare il centenario di un’istituzione culturale occorre riannodare i molti fili che hanno contribuito a formare la trama storico-artistica del museo e l’accrescimento delle sue collezioni.Saranno esposti capolavori di Carlo Carrà, Baccio Maria Bacci, Alberto Savinio, Marino Marini, Libero Andreotti, Antonio Maraini, e molti altri protagonisti della cultura figurativa italiana. Un’esposizione che tende in qualche modo a suscitare l’attenzione nei confronti di questo museo fino ad ora sommerso ed a cercare allo stesso tempo generosi mecenati che ci consentano di trasformare questo sogno in realtà per Firenze e per il pubblico che ama i musei.
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