Biblioteca Classense, Ravenna
Nel 1803, in seguito alle soppressioni napoleoniche dei beni monastici, l'antica e prestigiosa libreria dei Monaci Camaldolesi, edificata fra XVII e XVIII secolo dall'abate Pietro Canneti all'interno nell'Abbazia di Classe, fu eletta a Biblioteca Civica di Ravenna. Negli spazi monumentali della Classense furono raccolti anche i fondi librari dei più importanti complessi conventuali e abbazie della città.
Nel corso degli ultimi due secoli, ai fondi monastici delle abbazie si sono aggiunte le donazioni di importanti biblioteche private, come quella dell'architetto Camillo Morigia e dello storico dell'arte Corrado Ricci, le acquisizioni di intere collezioni come quella formata dalla famiglia Spreti, ricca di manoscritti e di documenti indispensabili alla conoscenza e alla ricerca della storia e della cultura di Ravenna, e la Raccolta Dantesca, formata dal grande bibliofilo Leo Olschki, la più completa collezione di prime e rare edizioni dedicata all'opera di Dante Alighieri.
Oggi la Biblioteca Classense conserva circa 750 volumi manoscritti, tra i quali spicca il celebre Aristofane, acquistato dall'abate Pietro Canneti a Pisa nel 1712, unico esemplare contenente le undici commedie superstiti del commediografo greco. Ad esso vanno aggiunti i codici classico-umanistici, i manoscritti liturgici, dal libro d'ore al graduale, non di rado arricchiti con miniature di rara bellezza.
Miniatura tratta dal manoscritto “La Città delle Dame” di Christine de Pisan, ms.…
Miniatura tratta dal manoscritto “Il Libro della Regina”, ms. Harley 4431, c. 115v,…
Miniatura tratta dal manoscritto “Il Libro della Regina”, ms. Harley 4431, c. 104r,…