DANCE DANCE DANCE: La Piaga del Ballo e altre isterie di massa
Paura? Paranoia? Sintomi apparentemente inspiegabili e contagi “a prima vista”? Nessuna novità!
Nel pieno della psicosi di questi giorni, Folia Magazine ha pensato di proporre un articolo di approfondimento su alcuni singolari casi di “malattia” avvenuti fra il tardo Medioevo e il Rinascimento; un breve viaggio all'interno della complessità della mente umana e uno spunto di riflessione oggi più che mai attuale.
Correva il luglio 1374 quando sulle rive del Reno scoppiò un’epidemia che contagiò velocemente migliaia di persone, mietendo anche numerose vittime. Se state pensando alla Peste Nera, la più famosa piaga medievale… ebbene, questa volta vi sbagliate. A colpire Francia, Belgio, Lussemburgo e Germania fu quella che venne poi definita come “Piaga del Ballo”: chi ne era colpito, infatti, veniva colto da un irrefrenabile bisogno di danzare freneticamente, spesso in uno stato di trance e per numerosi giorni, senza mai fermarsi per mangiare, bere o riposare. Molti malati, spesso poveri paesani, caddero stremati a terra dopo ore o giorni di ballo; altri, sottoposti a esorcismi, ripresero la loro normale vita come niente fosse. Nell’arco di qualche mese, tuttavia, la misteriosa piaga scomparve da quelle terre.
Nel 1518, inaspettatamente, la Piaga del Ballo ricomparve esplosivamente nel centro di Strasburgo. Secondo le cronache del tempo, a dare inizio alle danze sarebbe stata una donna di nome Troffea: in una sola settimana si unirono al suo ballo ben 100 persone fra uomini, donne e bambini. Per quanto fosse stata inizialmente percepita come un fenomeno innocuo e passeggero, la Piaga continuò per tutta l’estate, fino agli inizi di settembre, quando le persone che non avevano ancora ceduto agli sforzi iniziarono a disperdersi e gli individui in fin di vita furono ricoverati nel santuario locale di San Vito.
Poco tempo prima degli avvenimenti di Strasburgo, invece, un’altra “epidemia” colpì numerosi conventi olandesi: nel 1491 moltissime suore si dichiararono “possedute” dal Diavolo, da demoni o altri famigli - arrivando a comportamenti blasfemi, sconci o semplicemente bizzarri, come quando le suore di un intero convento iniziarono a miagolare regolarmente ogni giorno.
Cosa accomuna questi strani eventi? Secondo numerosi studi, quelli che potrebbero sembrare improbabili follie non sarebbero stati altro che casi di malattie psicogeniche (cioè generate dalla psiche) di massa, meglio note come “isterie di massa”, alla cui base ci sarebbe stato un fertile terreno di ansia, panico, eventi traumatici, suscettibilità… e una buona dose di fanatismo religioso.
Gli anni precedenti alle “Piaghe del Ballo” che colpirono la popolazione, infatti, erano stati contraddistinti da eventi naturali straordinariamente duri per le comunità di quelle zone. All’inizio del 1374, ad esempio, proprio il Reno aveva straripato abbondantemente, distruggendo campi, allevamenti e abitazioni di una popolazione già provata dalla povertà - oltre che da numerose malattie mortali quali peste, lebbra e sifilide.
Anche le suore colpite dalle “possessioni” vivevano sotto un’incredibile pressione psicologica e morale: molto spesso rinchiuse in convento dalla famiglia e contro la loro volontà, le giovani erano costrette a vivere secondo rigidissime regole di castità, abnegazione e penitenza, avendo come unico svago la lettura di testi sacri e religiosi colmi di riferimenti a Satana e al peccato. Molte di loro, sentendosi sottoposte a continui giudizi da parte delle sorelle e di Dio in persona, arrivavano a provare enormi sensi di colpa verso le proprie debolezze e la propria umanità, credendo che queste fossero frutto del Diavolo e reagendo con il panico più assoluto.
Ritornando ai ballerini del Reno e di Strasburgo, quindi, sembra sia stata proprio la condizione di enorme stress in cui si trovavano le rispettive popolazioni a scatenare entrambe le “epidemie”. A completare il quadro, come nel caso delle suore, ci sarebbe stato però un ulteriore elemento: la stessa cultura dell’epoca, piena di credenze e avvertimenti religiosi che predicavano il pericolo delle possessioni demoniache, degli stati di trance e delle maledizioni. Non è infatti raro, anche nei culti o nelle sette di ben più moderna concezione, ritrovare casi simili in cui un intero gruppo viene condizionato fino allo stato meditativo, di trance o di allucinazione collettiva.
Trattati illuministi come “The epidemics of the Middle Ages” di Justus Friedrich Carl (1795-1850), fra i primi studi in merito, affermavano con certezza che questi casi di isteria di massa sarebbero stati irripetibili nel tempo, grazie all’arrivo della Ragione e il progressivo ridimensionarsi del potere religioso. Dopo poco più di cento anni, tuttavia, si è rivelato fin troppo chiaro come questo non sia completamente vero. Se la religione ha ceduto il passo alla fattualità della scienza, infatti, le risposte umane ad ansia, timore e situazioni pericolose (o percepite come tali a livello emotivo) rimangono ancora oggi le stesse.
Tra i casi più recenti possiamo includere fatti bizzarri e “irreali” o “social” (come i controversi avvistamenti di UFO, le numerose apparizioni di clown avvenute in tutto il mondo nel 2016, la fantomatica Blue Whale Challenge o lo spirito chiamato Momo diventato famoso su WhatsApp nel 2018). Altre volte, le persone affette presentano sintomi fisici e decisamente reali, come accaduto più volte in caso di sospetti avvelenamenti da gas, virus o armi batteriologiche - il più recente di tutti risalente all’ottobre 2019 in una scuola in Kenya.
Più studi hanno infatti sottolineato come un ruolo fondamentale nella propagazione delle malattie psicogeniche sia rivestito oggi dai moderni media: ponendo la propria fiducia nei mezzi di comunicazione e fondando attraverso di essi una cultura comune, l’uomo del terzo millennio si rivela non così distante da quello medievale, affidatosi invece alla religione. Un’eccessiva copertura mediatica e un grande allarmismo aumenterebbero la gravità percepita delle situazioni, contribuendo alla diffusione di sintomi psicogenici e rischiando di causare ulteriore stress nella popolazione. Talvolta diventerebbe addirittura difficile e dispendioso per i medici distinguere i pazienti effettivamente malati da quelli sani ma presentanti gli stessi sintomi.
Allo stesso tempo sarebbero sempre i media a doversi assumere, di comune accordo con le autorità competenti, la responsabilità di informare la popolazione in modo veritiero ma pacato, arginando il panico ed “esorcizzando” così i timori e i rischi di “contagio” sociogenico.
Pur se così lontane da noi e apparentemente inspiegabili, le “Piaghe del Ballo” e le “possessioni demoniache” rimangono invece fenomeni incredibilmente interessanti e capaci di rivelarci qualcosa sulle risposte umane allo stress - e, in misura ancora maggiore, sul potere che il contesto sociale riveste nell’espressione di stati collettivi di panico e ansia.
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