LE AVVENTURE DI UN CARTOGRAFO

L'uomo e il mare. La sfida dell'ignoto. L'avventura e la scoperta. Temi eterni ma sempre attuali, che da Omero a Conrad, da Hemingway a Mutis hanno conquistato milioni di lettori. E accanto a queste irresistibili pulsioni dell'animo umano, il fascino della cartografia antica, dei portolani e degli atlanti nautici, di Battista Agnese e di Fra Mauro. Nasce da questo felice connubio l'ultimo romanzo di Francesco Ongaro, professore di fisica prestato alla narrativa, non nuovo a queste ricostruzioni in bilico tra fantasia e storia. Protagonista del romanzo, Sebastiano Caboto, veneziano per nascita e cosmopolita per vocazione, che racconta le sue prime esperienze di cartografo e la frequentazione di quel cenacolo di astronomi, geografi, navigatori e stampatori che in Europa, fra Quattro e Cinquecento, stavano dando forma al mondo come lo conosciamo oggi. Ma il libro racconta soprattutto i viaggi, il mare e l’avventura, in un’epoca, a ridosso delle imprese di Colombo, in cui le descrizioni dei navigatori erano un impasto di rigore scientifico e di narrazioni fantastiche. Un'epoca in cui l’uso di strumenti di precisione si mescola alla credenza in leggende e suggestioni antiche e in cui si trova scampo dalle tempeste non solo con una scelta accorta della latitudine, ma soprattutto grazie alle preghiere delle donne rimaste a casa ad aspettare. Il libro: Francesco Ongaro, Memorie di un cartografo veneziano, Corbaccio, pp. 350, euro 18,60.
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